Il progetto a Ragusa che si è concluso il 6 dicembre ha riguardato 20 ragazzi stranieri, di 11 nazionalità diverse (tra cui Costa D’Avorio, Libia, Siria, Camerun, Nigeria, Tunisia), a bassa competenza linguistica di italiano come L2.
La lingua italiana della quotidianità
Il corso è molto pratico in quanto deve fornire agli studenti gli strumenti necessari per comunicare nella quotidianità. Il programma comprende anche attività e iniziative volte a far conoscere e capire la cultura del territorio in cui i ragazzi vivono
Spiega la docente Marta Cappuzzello: “il corso si è basato soprattutto sulla competenza di strutture linguistiche italiane per la comunicazione nei contesti di vita quotidiana, sulla cultura, usi e tradizioni italiane e soprattutto regionali, per aiutarli ad affrontare il problema che per loro è più immediato, ovvero l’apprendimento dell’italiano orale, realtà che i ragazzi vivono ogni giorno e nella quale sono immersi già completamente. Punto focale è stato anche il processo di inserimento lavorativo, con corso di alimentarista o mulettista, corso di antincendio e incontri con funzionari di banca. Si è anche organizzata una gita turistica nelle viuzze della splendida Ragusa Ibla. Un altro giorno, invece, abbiamo messo tutti le ‘mani in pasta’, preparando dell’ottimo cibo ragusano e dei ricordini”.
Una nuova sfida
La sordità può sembrare un limite all’apprendimento linguistico, ma se si hanno solidi punti di partenza e non si considera la diversità come un ostacolo insormontabile il successo è garantito.
“Quest’anno, a differenza degli altri anni” racconta la docente “in classe abbiamo avuto il piacere di accogliere un ragazzo sordo. Tale sfida, seppur preoccupante in principio, si è rivelata assolutamente vinta alla fine. Come ci si è riusciti? Semplice, ci siamo affidati completamente alla volontà di chi ha pensato questo nuovo progetto per noi. Quindi, con serenità lo abbiamo affrontato nel modo che credevamo e che si è rivelato infine giusto. Abbiamo puntato sul fatto che la diversità non è mai stata una barriera. Anzi, abbiamo proprio abbattuto le barriere e promosso una reale integrazione, grazie anche all’aiuto di Valentina, nella figura di traduttrice. Abbiamo costruito una realtà ‘melting pot’, nell’accezione più positiva e globalizzata del termine”.
Alla serata finale era presente anche l’Ente Nazionale Sordi e l’atmosfera è stata ancora più emozionante. “Insieme abbiamo preparato canti in italiano e Lis (lingua dei segni italiana) per promuovere l’idea che, cooperando, riusciamo ad affrontare le difficoltà che la vita ci mette davanti con un semplice sorriso, trasformandole in vittoria e soprattutto in arricchimento” afferma Marta Cappuzzello.
Parole chiave
Arricchimento è stata la parola-chiave usata dalla docente per definire il progetto di alfabetizzazione durante la cerimonia conclusiva. “Ovvero la possibilità di incontrare una persona con una cultura diversa, straniera, dalla mia e l’opportunità di insegnargli qualcosa, ma di imparare allo stesso tempo. Arricchire il proprio bagaglio di esperienze con riflessioni su un modo diverso di vivere e di vedere la vita, rispetto a quello che oggigiorno la società occidentale europea ci impone.
È proprio l’incontro tra culture differenti ad arricchire entrambe. Le loro abitudini, i loro costumi, e il loro modo di affrontare la vita, rappresenta per tutti noi un importante insegnamento. Noi insegnanti insieme ai nostri ragazzi ci siamo presentati alla comunità dietro la nostra parola-chiave, che scritta su un cartellone racchiudeva un mese di esperienze, di emozioni, di sensazioni, di scoperte, di amicizie, di stare insieme, di condivisione, di incontri, di felicità, di opportunità, di speranze, di divertimento, di contentezza, di fortuna, di gioia, di simpatia. Con le parole-chiave scelte dai ragazzi, voglio augurare loro di coronare i loro sogni, di inserirsi nel mondo lavorativo e di essere i testimoni diretti dell’arricchimento culturale” conclude Cappuzzello.
–Notizie Avventiste –