Un intervento mirato nelle zone terremotate da parte dei volontari di Adra Trieste resosi necessario da una disgrazia capitata a due ragazzi di San Tommaso (fraz. di Amatrice) conosciuti in precedenti viaggi e con i quali abbiamo stretto amicizia.
Nella notte fra il 5 ed il 6 di aprile c.a. ha preso fuoco la loro stalla. La struttura in legno, il fieno la paglia e la copertura in plastica sono state facile preda delle fiamme. Nel rogo sono morte una decina di pecore e due delle loro tre mucche. Ma quello che rattrista maggiormente è il decesso del padre. Il suo cuore non ha retto a questa ulteriore prova. Abbiamo così deciso di intraprendere il viaggio in cinque persone. (Michela Michele Paolo Andrea Carlo)
Il nostro aiuto è consistito nella costruzione di un recinto e di una tettoia per riparare la sola unica mucca sopravissuta ma gravemente ustionata con la speranza di farla sopravvivere.
I due ragazzi hanno inoltre avuto l’assegnazione di una casetta da collocare su loro terreno. La zona doveva essere liberata e ripulita. Questo lavoro ha impegnato i volontari per diversi giorni dando un aiuto concreto e determinante.
Siamo rimasti sul posto per una settimana intera ospitati da una famiglia (madre e figlio) a saletta dormendo in tende sotto una tensostruttura e in un container messoci cortesemente a disposizione.
Anche qui abbiamo aiutato questa famiglia a ricostruire parte della recinzione per poter collocare quanto prima in maniera più adeguata il loro bestiame.
Oltre all’aiuto materiale, le persone del posto hanno un gran bisogno di raccontarsi. È facile fermarsi e parlare con la gente. Ognuno racconta il proprio vissuto. Chi ci mostra la casa distrutta, chi mostra le foto dei propri cari deceduti, come un anziano signore incontrato al cimitero di Amatrice che aveva le foto del figlio della nuora e dei nipoti deceduti ad Accumoli nella loro casa che aveva si resistito al sisma ma non al peso del campanile crollato su di essa.
In questa settimana si sono allacciati dei bellissimi rapporti di amicizia che speriamo di mantenere nel tempo. Messaggi e telefonate sono giornaliere tra noi e le persone aiutate che ci chiedono di non dimenticarle.
Carlo Depanger