Wiston gesticola sempre mentre parla, come tutti gli italiani. E’ ghanese, ma è in Italia dal 1985, oramai parla anche lo stretto dialetto comasco. Mi emoziono nel tempo che passo con lui, perché racconta una esperienza straordinaria con la semplicità di un bambino e la leggerezza delle cose autentiche.
Terminato il lavoro di stampatore, ogni giorno, si dedica a ciò che lo appassiona di più.
Sa bene, per esperienza personale, che quando si arriva in una città nuova, in un paese nuovo, in una cultura nuova, anche le pratiche più banali diventano complesse: che cos’è il medico di famiglia? Come si fa a prenotare una visita? Dove si paga la tassa dei rifiuti? Cos’è l’ISEE? Come si cerca un lavoro? Un tetto? Come si può chiedere la cittadinanza? Come si compila un 730? Cos’è un CUD? Come ci si muove per ottenere il ricongiungimento familiare? Cos’è un sindacato? Come si legge la mia busta paga? Ho diritto all’assegno familiare? Come funziona?
Tutto inizia quasi per caso. La sua macchina si riempie man mano di pratiche di persone amiche, che si rivolgono a lui per un consiglio. Wiston si accorge di un bisogno diffuso, e lo intercetta con grande dedizione. E il suo interesse cresce: quelle pratiche, per lui, sono vive. Ogni foglio è una storia, una persona, qualcuno che ha un problema, un’urgenza, che si è impantanato, che si è perso nei meandri della temibile burocrazia italiana. Lui non fa altro che aiutare la gente, semplificare la strada. E nella gioia degli altri, trova la ricompensa più grande.
Questa passione si è trasformata in un progetto ADRA sito nella chiesa di Como, dove Wiston sostenuto e aiutato da entusiasti collaboratori, riceve il sabato dalle 18.00 (superando a volte la mezzanotte) persone in difficoltà: le ascolta con pazienza, approfondisce ogni situazione, annota tutti i dettagli. In settimana, nelle sue ore libere, andrà poi in giro per uffici comunali, sindacati, centri per l’impiego, avvocati…e recupererà informazioni, modulistica, contatti, indirizzi, telefoni, documenti. Tutto il necessario per supportare, permettere l’inserimento, rendere autonomi i suoi assistiti, contro la giungla dei lacci amministrativi.
Quando gli chiedo, frugando nelle sue carte: “Wiston, scusa, ma tu che ne sai di come si scrivono le clausole corrette per un contratto di affitto?”. Lui mi guarda perplesso, poi apre il suo sorriso bianco e luminoso, e mi dice: “io la sera studio, amico mio”.
Emanuele Fresa