Quando leggiamo gratis di sicuro ci fermiamo e istantaneamente ci chiediamo dov’è il trucco. Queste poche righe non hanno l’interesse di fare marketing del volontariato, bensì di potenziare e valorizzare l’azione di cambiamento che il volontariato è in grado di produrre. Potrebbe sembrare che il volontariato sia una scelta di gratuità, ma il trucco c’è, se lo scegli rischi di non lasciarlo più. Il trucco c’è, perché quando il volontariato funziona cambia la vita di molte persone.
Il volontariato può essere variegato negli ambiti di intervento, nella tipologia, nella necessità di tempo da impiegare, nelle competenze, ma alla base di tutto c’è la volontà, la buona volontà di chi desidera essere uno strumento per migliorare le condizioni della società in cui vive, sia che si tratti del piccolo quartiere di città, che si tratti di progetti per salvare il pianeta. Lì dove esiste coscienza di migliorare le condizioni della vita e la presenza degli strumenti per poterlo fare, lì c’è il volontario.
Perché essere volontario?
Le motivazioni che spingono a vivere l’esperienza del volontariato possono essere le più disparate. Spesso nascono dal bisogno personale di sentirsi utili nel contesto sociale dove si vive. Ogni persona avrà un fattore motivazionale diverso dall’altra, quanto diverse siamo le une dalle altre.
Si può essere volontari per spirito religioso, perché è un dovere del religioso aiutare il prossimo, ma anche l’ateo, il miscredente può sentire l’esigenza di impiegare il proprio tempo al servizio del volontariato, perché nulla c’è di più importante del valore dell’umanità e si è disposti per questo ad impegnare le proprie energie per i volti che si incontrano. Si può essere volontari per soddisfazione personale oppure per l’esigenza di appartenere ad un gruppo.
Sicuramente fare il volontario è una scelta, di gratuità, significa mettere in gioco il proprio tempo, le proprie risorse, le proprie virtù per gli altri, senza una ricompensa in termini di denaro. È quel pezzetto di sé stessi che è disposti a donare ad altri, e per certi versi questa caratteristica credo sia insita nel dna del genere umano, anche se non sempre la riconosciamo come tale.
Potremmo affermare che fare volontariato fa bene alla mente, alla salute, fa bene alla vita. Si creano relazioni, si creano scambi, si cresce come persone e si offre un servizio a chi potrebbe averne bisogno. Essere un volontario è una scelta di vita responsabile ed impegnata. In questa scelta si è motivati a diventare protagonisti di azioni e cambiamenti culturali e si decide di abbandonare l’accettazione passiva delle realtà sociali deboli.
La scelta del volontariato a volte comporta un cambiamento delle proprie abitudini, del proprio impiego del tempo libero in cambio della gioia derivante dalle esperienze di servizio.
I due elementi che caratterizzano qualsiasi tipo di volontariato sono la volontà di cambiamento e la capacità di condivisione e solidarietà.
A nulla serve il volontariato se non porta in sé il seme della valorizzazione dell’altro, del diverso, del povero ma anche del ricco. È fondamentale la valorizzazione del tessuto naturale, sociale, territoriale e dei mezzi che si hanno a disposizione per promuovere azioni concrete.
La vera sfida della vita del volontario è la capacità di saper discernere tra il desiderio personale di fare qualcosa e l’esigenza tangibile dell’altro. Quando questi due fattori si incontrano e coincidono, si innescano progetti, idee e avventure che cambiano la vita dei volontari e dei beneficiari delle attività
Il volontario ADRA
Il servizio del volontariato di ADRA è organizzato in una grande rete internazionale. Le varie sedi nazionali sono in contatto tra loro per le collaborazioni e lo sviluppo dei progetti nei diversi Paesi emergenti. In Italia, attualmente sono iscritti nel registro del volontariato nazionale ADRA più di 500 persone, attive in circa 38 città per vari progetti a seconda della sede e delle necessità rilevate nel territorio locale.
Elisa Gravante