Angela Lamuraglia – Oggi si chiamano «homeless». Sono stati chiamati romanticamente «clochard», «barboni» o, quasi in senso dispregiativo, «vagabondi». Sono i senzatetto. Ma in qualunque modo vogliamo chiamarli, il risultato non cambia: sono persone. Persone che, non sempre per scelta, si trovano a vivere per strada. Nelle nostre città moderne ce ne sono ovunque. Nei giardinetti, nelle stazioni, negli aeroporti. Quasi invisibili agli occhi indifferenti di chi si muove frettolosamente in quei luoghi o guardati con insofferenza, quasi disgusto, perché «deturpano» l’immagine della città.
Fortunatamente non tutti sono insensibili di fronte a queste persone. Molte sono le associazioni che si occupano di questi uomini e donne che vivono ai margini della società. Anche ADRA Italia, coordinamento di Napoli, in collaborazione con la comunità avventista di via T. Campanella 10, ha deciso di occuparsi di queste persone. I volontari ogni pomeriggio si incontrano nei locali della chiesa per raccogliere coperte e indumenti caldi e poi escono per distribuirli. Superata la loro diffidenza iniziale, sono riusciti a instaurare un dialogo. Anche di questo hanno bisogno, oltre alle coperte e a un pasto caldo.