Il 12 aprile, durante un incontro online con i volontari di ADRA, ho avuto l’opportunità di condividere la mia esperienza di volontariato, intrecciata profondamente con la mia fede. Questo racconto, nato dalle mie prime memorie d’infanzia a Bari, si snoda attraverso gli anni fino a toccare terre lontane.
La mia avventura con ADRA iniziò da piccola, quando partecipavamo alle raccolte fondi organizzate dalla sede locale di Bari. Ricordo quella bambina timida che ero, impaurita all’idea di chiedere offerte, ma spinta da un senso di missione. La vera prova arrivò nel 1996, quando ADRA Italia e la Prefettura di Bari organizzarono un campo a Cassano delle Murge per accogliere profughi albanesi. Non dimenticherò mai le mani di quelle persone, mani che esprimevano la disperata necessità di aiuto. La mia timidezza mi impediva di incrociare i loro sguardi, limitandomi a percepire il loro dolore attraverso quelle mani, mani di grandi provati dalla vita, mani di bambini, così piccole…
Nel 2014, la mia strada si incrociò con quella di ADRA Vietnam durante un viaggio umanitario organizzato da Nutriamoli d’Arte Onlus, anche con il sostegno di ADRA Italia. La missione che visitai si trovava a Tay Ninh, al confine con la Cambogia, fui testimone di un progetto rivoluzionario: “Cow Bank and Community Development” che prevedeva il prestito di mucche a famiglie locali povere, insegnando loro tecniche zootecniche e garantendo un reddito sostenibile. In quel villaggio incontrai una donna, era una vedova, che aveva perso marito e figli, e viveva in una modesta capanna: un lettino, un piccolo spazio per cucinare, e nulla più. Non aveva nessuno al mondo, tranne una mucca, regalatale da ADRA, che ora rappresentava la sua unica fonte di reddito, e inaspettatamente, una compagnia. Ogni giorno, la loro esistenza si intrecciava in semplici gesti quotidiani: mangiavano insieme, bevevano insieme.
Nel momento in cui i nostri sguardi si sono incrociati, ho sentito una connessione profonda e commovente. In quegli occhi ho visto riflesso il volto di Gesù, così come lo immagino: pieno di compassione e di amore. Una voce sottile, quasi un sussurro nel cuore, mi ha ricordato le parole del Vangelo: “Quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, lo avete fatto a me.“
In quello scambio di sguardi ho trovato la forza di superare la timidezza che per anni mi aveva fatto abbassare lo sguardo. Quel giorno, in quel villaggio, ho appreso una lezione di vita: gli occhi possono parlare lingue che le parole non conoscono, possono raccontare storie di dolore e di gioia, di perdita e di rinascita. Questo incontro mi ha insegnato che, attraverso la fede e il servizio, possiamo realmente cambiare le vite, incluso la nostra.
Il mio occhi si sono finalmente aperti all’umanità. Da allora, ho sempre cercato di incontrare lo sguardo degli altri e di aiutare altri volontari a cercare Dio negli occhi di “questi minimi fratelli“.
Il volontariato, guidato dalla fede, può cambiare radicalmente la vita, non solo di chi riceve aiuto, ma soprattutto di chi lo offre.
Laura Lorusso volontaria e referente ADRA Pisa