Dopo alcuni giorni dalla chiusura di tutte le attività, nel mese di marzo, si sono evidenziati i primi casi di difficoltà alimentare in famiglie che già erano precarie: ambulanti, badanti, domestiche, posteggiatori, ecc. persone che già vivevano “alla giornata”. Quindi niente lavoro, niente denaro, niente spesa alimentare.
Il sindaco del comune di Gravina di Catania, avv. Massimiliano Giammuso, assieme alla sua giunta, hanno deciso di intervenire subito presso la popolazione della propria cittadina, chiamando all’appello le varie Caritas locali e le Associazioni di volontariato, per venire incontro ai bisogni immediati delle persone. Fra gli enti e le Associazioni chiamate vi è stata ADRA Italia, sede di Catania (S.A.Li Battiati), che si è subito attivata per partecipare ai soccorsi. Con l’importante contributo finanziario dello stesso comune, e altri finanziamenti pervenuti da ADRA nazionale è stato possibile acquistare e consegnare a domicilio a 42 famiglie generi alimentari di prima necessità, più volte, nel corso del mese di aprile e maggio scorso. Anche i negozianti e i supermercati locali hanno partecipato con i carrelli solidali, dove i cittadini che volevano donare mettevano beni alimentari da dare a chi aveva bisogno.
Nel frattempo abbiamo ricevuto diverse richieste di aiuto dalle più disparate provenienze, tramite membri, amici, conoscenti e passaparola e anche queste tramite ADRA nazionale e locale abbiamo provveduto a soddisfare, per un totale di 22 famiglie.
Per finire avevamo le 40 famiglie che normalmente assistiamo come ADRA locale, con l’importante contributo del Banco Alimentare, che non è mancato, e che abbiamo continuato ad assistere.
In totale ci siamo trovati a consegnare alimenti a 104 famiglie della zona. Normalmente le famiglie vengono a ritirare il pacco alimentare, ma in quel periodo, essendo vietato spostarsi dal proprio comune, tutte le consegne di questi mesi sono state fatte a domicilio. L’impegno dei volontari è stato quindi indispensabile. Ai normali volontari si sono aggiunte 7 persone che non potendo lavorare hanno dato la loro disponibilità a consegnare i pacchi.
Alcuni hanno portato anche alimenti da donare, altri hanno donato del denaro per acquistare cibo e beni di prima necessità.
In questo particolare periodo storico che abbiamo vissuto abbiamo percepito come al momento del bisogno le persone desiderano aiutare, collaborare, contribuire in ogni modo possibile.
Poi i comuni hanno cominciato a consegnare i buoni spesa, ma non tutti vi rientravano, in base al criterio di assegnazione, per cui ancora abbiamo aiutato dove ritenevamo necessario. La cassa integrazione tardava ad arrivare e diverse famiglie, fino a quel momento autosufficienti, hanno iniziato ad annaspare.
Alla fine del periodo ci stiamo ritrovando con alcune famiglie in più rispetto al periodo precedente, perché diversi lavoratori aspettano di riprendere a lavorare, e con nuovi amici che hanno conosciuto ADRA Italia e i suoi volontari.