Lidia, una tra i più piccoli, ci ha chiesto quando saremmo tornati alla normalità. La domanda non mi ha sorpreso. Ce lo chiediamo tutti. Dopo un anno intero dal primo lockdown la normalità sembra lontana. Il nostro doposcuola, che abbiamo voluto chiamare “Sono bravo anch’io”, ha sempre avuto uno scopo molteplice. Da un lato ovviamente accompagniamo i ragazzi nello svolgimento dei compiti per casa e, soprattutto con i più grandi, nello studio personale; dall’altro cerchiamo di rafforzare in loro l’autostima, il sostegno reciproco, l’accettazione dell’altro, l’integrazione, il senso di comunità.
Io, gli altri tutor, la coordinatrice e anche qualche genitore più presente ci siamo chiesti in che modo mascherine, distanziamento sociale, gel igienizzante ecc… avrebbero influito nel raggiungimento degli obiettivi che ci siamo posti. Siamo tutti volontari, ognuno di noi ha una famiglia, una vita che ci reclama, ma tutti siamo stati concordi nel ritenere che non era il momento di mollare, perché loro, i nostri ragazzi, avevano più bisogno che mai. Tra didattica a distanza, didattica integrata, segregazione forzata… i ragazzi, e non solo loro, possono smarrirsi.
Alcuni di noi sono riusciti a garantire la propria presenza, altri ci sono stati attraverso uno schermo; insieme abbiamo affrontato questi mesi senza perderci d’animo, mostrando ai ragazzi resilienza e ottimismo. La nascita quest’anno di un’aula informatica ci ha permesso infatti di seguire i ragazzi anche a casa, ci ha permesso di reclutare nuovi tutor e tornare a collaborare con chi c’era già ma che la vita ha portato lontano. Grazie alle nostre 10 nuove postazioni informatiche abbiamo sostenuto i ragazzi nell’adattarsi alle nuove esigenze della D.A.D., senza trascurare la condivisione di strategie e risorse che il web offre allo studio, ponendo però anche molta attenzione a mettere in guardia i ragazzi verso i rischi della rete, cosa che spesso i genitori non sono in grado di fare.
Cerchiamo sempre di dare ai ragazzi risposte alle loro esigenze non solo didattiche. A Konnor e Peter, che hanno grossi problemi a casa, abbiamo dato degli spazi di serenità e spensieratezza; Ad Abraham, che ha subito atti di bullismo a scuola e sui social, abbiamo offerto stima, attenzione e un’ambiente inclusivo; a Charles che spesso si ritrova una mole di lezioni da studiare troppo grande a causa dei suoi problemi con la lingua italiana, abbiamo regalato comprensione e incoraggiamento; a Rhenata, Mary e Grace, arrivate in Italia ai tempi della pandemia e che non riuscivano a trovare posto a scuola a causa della mancanza di spazi dovuta all’obbligo del distanziamento, abbiamo offerto accoglienza, una prima alfabetizzazione e assistenza nella ricerca della scuola…
Alla domanda della piccola Lidia sul ritorno alla normalità ho risposto, dopo un momento di riflessione, che non sapevo quando avremmo potuto togliere le mascherine, tornare a sedere accanto e a dividere la merenda, ma che noi eravamo lì per loro, che vogliamo loro bene, che continueremo a seguirli e a sostenerli perché…. perché questa è la nostra normalità.
Daniele Cavallo – Referente ADRA Palermo
Progetto realizzato anche grazie al sostegno dell’8×1000 Valdese