“Sono bravo anch’io” è la voce di un bambino ganese di 8 anni, che vive a Palermo e immagina il suo futuro con il sogno negli occhi di riuscire ad emergere nelle sfide della vita. Il progetto nasce dalle esigenze di integrazione locali e territoriali della comunità ganese che vive a Palermo.
Il progetto
I ragazzi immigrati vivono costantemente in una condizione di “doppia appartenenza” che può generare atteggiamenti di apertura, cosmopoliti e multiculturali, ma può anche determinare fenomeni di chiusura etnica o emarginazione.
La nostra attenzione si pone sulle generazioni di migranti minorenni che vivono a Palermo, che affrontano le difficoltà dell’inclusione sociale a partire dall’inserimento scolastico.
Le difficoltà rilevate, attraverso i colloqui con bambini, sono l’assenza quasi totale di aspirazione a posizioni lavorative più qualificate rispetto a quelle dei propri genitori, ovvero alla mancanza di desiderio di modificare il proprio status sociale in favore delle proprie capacità.
La scuola è il luogo neutrale che più di tutti favorisce la mobilità sociale, ampliando gli orizzonti del ragazzo attraverso la formazione e le crescita, ma può anche trasformarsi in luogo di discriminazione, riproducendo pregiudizi e ineguaglianze esistenti già nel sistema sociale più ampio.
Non sempre dunque riesce a fornire tutti gli strumenti per l’evoluzione psico-attitudinale dell’individuo: sopratutto se non riesce ad arginare fenomeni di esclusione o quando crea disparità.
L’obiettivo
L’obiettivo principale del progetto è quello di rafforzare le potenzialità individuali di ogni ragazzo e favorire l’integrazione sociale nella comunità dei quartieri palermitani che vive nella sua quotidianità. Inoltre risulta importante ampliare le aspirazioni del ragazzo, che non deve portare su di sé l’etichetta di immigrato, di diverso e dello status ereditato dal genitore.
Le attività
Le attività del progetto sono realizzate su molteplici percorsi settimanali:
- svolgimento delle attività assegnate dalla scuola;
- percorsi educativi personalizzati;
- periodici contatti con le famiglie;
- attività ludico-educative;
- momenti di ascolto;
- conoscenza culturale, artistica e tradizionale della città;
- Campo estivo “Estiamo insieme“