ADRA in collaborazione con la rete territoriale per il Piano freddo del Comune di Bologna
- 30 le persone accolte nella struttura adibita all’accoglienza notturna;
- 14 volontari attivi;
Licia Minò referente ADRA Bologna racconta il Progetto clochard
Quando avete iniziato come è nata questa esperienza nella vostra sede?
Abbiamo iniziato circa cinque anni fa. Questo progetto nasce dal desiderio dei volontari di fare qualcosa per i senzatetto che vedevamo per strada; quindi abbiamo cominciato in maniera sporadica, uscendo qualche sera e portando qualcosa di caldo ai senzatetto. Presto ci siamo resi conto che non c’erano poi così tanti, perché il comune di Bologna organizza nei mesi più freddi dell’anno quello che viene definito il piano freddo.
Il piano freddo consiste nell’organizzazione di strutture con dei posti letto che garantiscono l’accoglienza notturna. Da questa iniziativa, cominciata in sordina con un paio di volontari, abbiamo deciso di fare qualcosa di più concreto. Precedentemente a queste esperienze, ero stata convocata da parte degli assistenti sociali del comune di Bologna e dall’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona (ASP) insieme ad altri gruppi di volontari, per partecipare ad un incontro in cui veniva spiegato in cosa consisteva tutta l’iniziativa del Piano freddo.
Da qui abbiamo deciso di partire in maniera coordinata; inizialmente ci siamo affiancati ad altri volontari della Caritas che facevano già questo tipo di attività e abbiamo visto quello che loro facevano; dopo un po’ abbiamo visto che avevamo le competenze per farlo benissimo anche in autonomia come gruppo.
Come si svolge il servizio e come vi siete organizzati anche in questo periodo di emergenza sanitaria?
Il piano freddo parte dal 1 dicembre e finisce il 31 marzo; cioè quelli che vengono considerati i periodi più freddi dell’anno e prevede l’accoglienza in strutture di queste persone negli orari che vanno dalle 19 alle 6 del mattino; quindi un accoglienza notturna. In questo periodo questi posti letto aggiuntivi vengono sommati a quelli dei dormitori pubblici già esistenti. Quando veniamo convocati dagli assistenti sociali ogni gruppo di volontari stabilisce un giorno in cui è disponibile a partecipare a portare questi aiuti; noi abbiamo stabilito il martedì come la nostra giornata; Ogni martedì prepariamo un pasto caldo nella cucina della nostra comunità e portiamo anche dei prodotti per la colazione del mattino successivo perché queste persone al mattino devono lasciare la struttura, quindi fanno colazione prima di partire.
Quello che ci piaceva molto nel periodo pre covid era quello di poter stare con queste persone e condividere anche il pasto con loro e riuscire a dialogare a socializzare con loro; questo è venuto a mancare e quindi ci siamo organizzati secondo le direttive dei vari Dpcm preparando il cibo in porzioni singole con tutte le precauzioni e consegnando i pasti all’esterno delle strutture agli operatori.
Ci dispiace molto non poter avere più contatti diretti con queste persone, però per il momento non si può fare altro; dobbiamo sperare che questa pandemia finisca e possiamo tornare ad incontrarci.
Grazie del vostro sostegno!
Progetto realizzato grazie al sostegno