Vi siete mai domandati qual è il motore che muove volontari provenienti da tutta la penisola ad incontrarsi per servire il prossimo?
Per rispondere a questo interrogativo si farà riferimento all’incontro nazionale dei volontari ADRA avvenuto tra il 31 ottobre e il 2 novembre 2025 a Cesenatico ; tenutosi con l’obiettivo di accrescere la formazione dei volontari e promuovere nuove iniziative sociali. L’incontro ha avuto come filo conduttore il tema che si esprime nella forma greca della ‘διακονία’ intesa come “ servizio” o “ministero”, concetto che implica servire con dedizione , altruismo e responsabilità verso gli altri.

Volontari e responsabili, guidati dall’ospite spirituale Davide Malaguarnera, hanno riflettuto sul significato profondo di prendersi cura dell’altro; fonte di ispirazione è indubbiamente Gesù Cristo, i cui gesti trasmettono servizio, amore e compassione. Coloro che hanno preso parte a questo incontro, sono stati chiamati a soffermarsi sull’importanza primaria dell’ ascolto attivo nel contesto del volontariato : un ascolto che, non pretende necessariamente una soluzione al problema dell’altro, ma talvolta semplicemente una presenza sincera capace di accogliere senza giudicare .
L’aiuto ai bisognosi è ormai un argomento ridondante ,ma cosa significa attuarlo concretamente ? Lo si può fare attraverso delle semplici azioni di cura : donare il nostro tempo, mostrare che non sono soli, ascoltare il peso del loro cuore e non farci condizionare dai pregiudizi sociali e culturali.
I volontari sono stati inoltre coinvolti nella partecipazione di tre workshop: ascolto di una testimonianza di disabilità, esposizione delle attività svolte all’interno della realtà della RSA “ Casa mia” a Forlì e infine una formazione dal punto di vista psicologico sulla nozione di famiglia .
All’interno di questo ultimo workshop, si è mostrato come, il termine famiglia , nel suo significato più antico , racchiudeva l’idea di una comunità non solo unita da legami di sangue , ma anche da un’ appartenenza reciproca, da un servizio condiviso.Tutti- parenti, servitori, persone della stessa casa- erano parte integrante di un’unica realtà , legata da responsabilità e cura .In questa prospettiva del termine si nota come lo stesso principio si ritrovi nel volontariato: una comunità di persone che sceglie di servire insieme , non per obbligo imposto da legami di sangue ma per volontà .

Dopo aver acquisito una formazione teorica, i volontari hanno avuto l’opportunità , attraverso il progetto il “ Marciapiede didattico “ di indossare le vesti di una forma di vulnerabilità: la disabilità. Si tratta di un progetto il cui obiettivo è quello di “ disabilitare il pregiudizio “ e , in particolare, sensibilizzare chi non vive una realtà di disabilità alle difficoltà che queste persone incontrano quotidianamente. I volontari sono stati guidati in due attività : percorso bendati per comprendere la realtà della cecità e percorso in carrozzina pensato con degli ostacoli realistici che si trovano sulle nostre strade .
Questa esperienza, vissuta dai volontari stessi , è stata una opportunità in più per empatizzare con una realtà di vulnerabilità e prendere coscienza della difficoltà a cui questi individui sono sottoposti.
L’incontro ADRA ha insegnato ai volontari che la vulnerabilità non è debolezza maè la capacità di sapere mostrare la propria fragilità e questo permette di costruire un ponte che unisce le persone. In questo senso, ADRA si fa strumento attraverso cui il volontario può esercitare la propria umanità nei confronti dell’altro.
Aurora Picenelli





