Filippine Eruzione vulcano Taal

I dati
– 12 gennaio eruzione del vulcano
– 3’160’989 persone colpite nelle zone di Batangas, Quezon, Laguna e Cavite
– Almeno 931’400 persone sono esposte al rischio
– 819 terremoti vulcanici
– 14 km il raggio di rischio alto nella zona del vulcano
– 500 centri di evacuazione allestiti
– 147’873 persone alloggiano nei centri di evacuazione

Nadelia Villamin ha 53 anni ed era al lavoro come domestica a Talisay, Batangas, quando il vulcano Taal ha eruttato domenica del 12 gennaio. Verso le 15 il suo datore di lavoro le ha detto di chiamare subito i figli e il marito perché il vulcano Taal aveva sparso abbastanza detriti da dichiarare un Livello di Allarme 2 da parte del Phivolcs (l’Istituto Filippino di Vulcanologia e Sismologia)

Così chiamò suo marito e gli disse di radunare i bambini, di mettere in valigia almeno due cambi di vestito per ciascuno e di venire a prenderla al lavoro per metterla in salvo a un’altitudine più elevata.

Erano già le 17 quando suo marito e i figli sono venuti a prenderla con il loro triciclo. Un po’ troppo tardi perché lo stato di allerta era già salito al livello 3 e tutte le auto erano in marcia per raggiungere un livello più alto. Sono così rimasti bloccati sulla strada con altre persone, mentre piovevano su di loro pietre e fango provenienti dal vulcano. Intorno alle 18:30 dopo che era stato annunciato il livello 4 di rischio, hanno deciso di non fuggire più e di cercare un rifugio. Per fortuna, un caro amico di famiglia viveva nelle vicinanze e così hanno potuto parcheggiare il loro triciclo e di ripararsi.

Quella notte non sono riuscita a dormire. Le ceneri e le rocce del vulcano colpivano il tetto, e il terreno continuava a tremare… Ho solo pregato tutta la notte perché il tetto reggesse e ci proteggesse“.

Fortunatamente il tetto ha retto. A causa della mancanza di elettricità non hanno potuto vedere nulla durante la notte quindi soltanto alla mattina presto del giorno successivo si sono resi conto della dimensione dei danni. Il fango e le cenere avevano coperto tutto. La strada, gli alberi, le case, le piante… Tutto!

Hanno fatto del loro meglio per ripulire i dintorni della casa. Dopo qualche ora, sono saliti sul triciclo, e insieme all’amico che quella notte aveva dato loro rifugio, sono andati a cercare un centro di evacuazione. I militari, che erano già stati dispiegati per aiutare la gente ad evacuare la zona pericolosa, li hanno indirizzati verso Tanauan una città che si trova a 15 chilometri di distanza, ma fuori dalla zona di pericolo.

Ci sono volute alcune ore, per via dei lavori di sgombero de detriti dalla strada ma sono finalmente riusciti ad arrivare al Municipio della città Vecchia di Tanauan dove si sono registrati e hanno trovato sistemazione nella palestra del centro di evacuazione nel quale rimarranno fino a quando il livello di allerta non sarà abbassato e sarà loro permesso di tornare a casa.

Dopo l’appello di ADRA network, ADRA Italia grazie anche al coinvolgimento della chiesa avventista filippina di Roma ha contribuito con 4’000 euro per rispondere a questa situazione di emergenza. ADRA Filippine sta già distribuendo 6’000 kit letto con zanzariere, coperte e stuoia per dormire.

Aggiornamento: La comunità ha anche contribuito con €1000 per il sostenere le famiglie del terremoto avvenuto nella regione di Davao a fine del 2019.  I fondi sono stati utilizzati ampliando la risposta COVID-19 nel fornire assistenza alimentare sempre alle stesse famiglie colpite dal terremoto.

 

 

 

L’ultimo rapporto ANSA dal 26 gennaio scorso indica che un’eruzione del vulcano non sembra più imminente e migliaia di persone potranno tornare a casa, seppure tenendosi pronti a nuove evacuazioni.

Continuiamo a pregare per le famiglie colpite da questa situazione.

Foto e storia ADRA Filippine