Un futuro presidente? No, preferisco essere un medico!

In arabo, “Raisa” significa direttore, capo o presidente. Ma Raisa non vuole essere un presidente, sogna di diventare un medico per poter aiutare i bambini poveri. Lei stessa visita spesso gli studi medici perché soffre di congiuntivite. I suoi occhi a volte sono pieni di lacrime indesiderate.

Raisa ha avuto problemi agli occhi fin da bambina. Durante la gravidanza, sua madre Juria ha avuto molteplici complicazioni. Soffre di ipotiroidismo, di diabete e pressione bassa. Quando Raisa è nata, Juria non sapeva come prendersi cura di lei o qual era la causa dei suoi occhi lacrimanti. Ora i medici hanno identificato la causa e raccomandano un intervento chirurgico. Ma costa 30.000 taka (300€), che sono molti soldi per i genitori.

Dalla campagna alla città.
La madre di Raisa viene da Borguna, un distretto del Bangladesh meridionale. Lì possiede un campo. Ma non aveva una casa propria, così si è trasferita a Dhaka con la sua famiglia. La sua storia non è unica. Ogni anno la popolazione della capitale aumenta di 400mila unità. La gente delle campagne si trasferisce a Dhaka per avere migliori opportunità di lavoro, ma molti non trovano un buon impiego. Due quinti della popolazione metropolitana vivono in condizioni estreme negli slum come la famiglia di Raisa.

Mamma Juria insegna ai bambini l’arabo e vende tessuti nel quartiere. Guadagna circa 2000 taka al mese (circa 20€). Il padre di Raisa lavora come controllore sugli autobus per 8000 taka (80€) al mese. La famiglia paga 6000 taka (80€) per l’affitto della loro casa fatta di bambù e lamiere e 3500 taka (35€) per il cibo. Vivono in povertà ed è molto difficile per loro risparmiare un po’ di soldi.

“Slamalikum”. Buona giornata.

Raisa frequenta il centro di Chalantika, organizzato grazie ai progetti ADRA. Anche la sua migliore amica Hazera lo frequenta. Disegnano insieme, giocano con le bambole o fanno finta di essere piccole cuoche. Raisa impara molto velocemente. Le piace imparare il bengalese. Ha anche imparato la buona igiene e le buone maniere. Ora saluta sempre l’insegnante e tutti gli altri adulti con un forte “Slamalikum” (Ciao).

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